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Etichettatura ambientale

Etichettatura ambientale

Packaging protagonista su scaffali

L’11 settembre 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che recepisce la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti, e la direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio. Il decreto ha apportato importanti modifiche, introducendo l’obbligo di etichettatura ambientale per tutti gli imballaggi immessi al consumo in Italia.

Inoltre, il 21 novembre 2022 è stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022, che adotta le Linee Guida sull’etichettatura ambientale ai sensi dell’art. 219, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per il corretto adempimento degli obblighi di etichettatura degli imballaggi da parte dei soggetti responsabili. 

La normativa

Il sistema di etichettatura ambientale degli imballaggi è stato introdotto proprio per facilitare la raccolta differenziata, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio, fornendo allo stesso tempo ai consumatori indicazioni precise sulle destinazioni degli imballaggi dopo il loro utilizzo, attraverso precisi simboli e parole. L’etichettatura ambientale può essere sostituita o integrata con QR-code, APP e siti web. Quindi, sugli imballaggi potrai non trovare le etichettature che vedrai di seguito, bensì l’indicazione a scoprire il corretto conferimento degli imballaggi su un canale digitale. 

Quale packaging è soggetto ad etichettatura ambientale?

La normativa prevede che tutti i packaging (primari, secondari, terziari) contengano la codifica alfa-numerica prevista dalla Decisione 97/129/CE, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, sia quelli destinati alle aziende sia quelli per il consumatore finale. La differenza tra le destinazioni prevede che sugli imballaggi destinati al consumatore finale dovranno essere presenti anche le indicazioni riguardanti il fine vita dell’imballaggio.

La codifica prevista dalla decisione 97/129/CE è rappresentata dalle tre frecce che formano un triangolo equilatero e il codice del materiale.
Nel caso degli imballaggi in carta troveremo l’abbreviazione PAP, che sta per PAPER (carta), seguita da un numero. Infatti, per i packaging in carta e cartone è obbligatorio apporre i seguenti codici:

– PAP 20 per gli imballaggi in cartone ondulato;
– PAP 21 per gli imballaggi alimentari in cartone non ondulato;
– PAP 22 per gli imballaggi in carta di altre categorie merceologiche. 

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Etichettatura ambientale CONAI

Sul sito web del CONAI (Consorzio Nazionale degli Imballaggi) è possibile trovare una serie di risorse utili ad avere chiarimenti e indicazioni sul tema dell’etichettatura ambientale. Le aziende possono accedere gratuitamente a documenti contenenti linee guida e best practice sull’etichettatura delle diverse tipologie di imballaggio, webinar di approfondimento, una sezione FAQ con le risposte alle domande più frequenti e molto altro ancora. Inoltre, lo strumento online E-tichetta consente di realizzare autonomamente un’etichetta ambientale in conformità alle normative vigenti.

«l’imballaggio migliore è quello che soddisfa la funzione richiesta e
riduce al minimo l’impatto totale per unità di prodotto lungo tutto il ciclo di vita».

Gli imballaggi attenti all’ambiente sono ormai più richiesti e apprezzati dalle aziende e dagli
utenti finali.I grandi aspetti che, secondo i consumatori, contribuiscono a definire la sostenibilità di un prodotto alimentare sono quattro.

Il primo – con un peso del 34% – concerne i metodi di produzione, seguiti, appunto, dalle caratteristiche del packaging (fattore che da solo incide per il 33%), dai temi della filiera e dell’origine delle materie prime (22%) e dalla responsabilità etica e sociale (13%).Un un pack non sostenibile, non solo rappresenta un motivo di abbandono, ma negli ultimi 6 mesi il 14% dei consumatori ha smesso di acquistare prodotti dotati di una confezione priva di elementi di sostenibilità. Fra le caratteristiche richieste a un imballaggio green ci sono l’assenza di overpackaging (55%), la riciclabilità (43%), la presenza di materie prime derivanti da fonti rinnovabili, o a ridotte emissioni di CO2 (43%).

 

Le carte da utilizzare per un impegno green

Carta crush Favini
Carta riciclata 100%
Carta patinata senza legno

Cartoncini composti da residui organici

Carte patinate senza legno

I residui di agrumi, noce di cocco, cacao, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, caffè, kiwi, nocciole e mandorle sono le materie prime che, salvate dalla discarica, sono utilizzati per produrre cartoncini dall’aspetto estetico e tattile eccezionale. Ideali per un packaging innovativo e di sicuro impatto.

Vasta gamma di colori tutti tinti in pasta e prodotti con il 100% fibre riciclate di alta qualità anche per le grammature importanti. La pasta meccanica che da origine a questi prodotti è composta all’ 80% da cellulosa DIP (De-Ink Pulp) ovvero cellulosa FSC® disinchiostrata riciclata.

Carta patinata lucida o opaca senza legno, acid-free, classificata Long Life a norma ISO 9706, garantite FSC

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